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Coriolis: I SEGRETI DI NESTOR AMBAR E LA TENEBRA FRA LE STELLE

Per la linea di narrativa di Wyrd Edizioni, stiamo pubblicando le novelle di Coriolis: I segreti di Nestor Ambar (già disponibile) e La Tenebra fra le stelle.

i segreti di nestor ambar   la tenebra fra le stelle

Vediamole.

I SEGRETI DI NESTOR AMBAR

Gli eventi narrati si ambientano nel momento in cui arriva a Coriolis la richiesta di aiuto della Colonia Taoan (vicenda esplorata ne L’ultimo viaggio della Ghazali, importante antefatto alla megacampagna L’Emissario perduto). Si sta preparando la spedizione e la Legione è pronta ad unirsi al convoglio così come molti equipaggi che vengono attirati dalla possibilità di guadagno, alcuni pronti anche ad un salto nell’ignoto per puro spirito di avventura e altruismo. Ma non l’equipaggio del Pellegrino. L’equipaggio del Pellegrino non vi andrà, perchè sarà invischiato in una trama di natura piuttosto … diversa, fra Coriolis e Kua.

LA TENEBRA FRA LE STELLE

Una novella che ci è molto piaciuta, e che siamo sicuri amerete, è incentrata sull’investigazione e sulle trame che si svolgono su Coriolis. Un omicidio, commesso da qualcuno che non è chi si crede dai motivi oscuri anche se apparentemente lampanti, muove un amante disperato e una vedova, e la figlia segreta dimenticata, in un intreccio emozionante ed intenso con un susseguirsi di rivelazioni e colpi di scena che portano in campo tutte le figure più interessanti del gioco, dai Giustizieri ai cortigiani, dai membri dei culti segreti del Terzo Orizzonte alla Legione, per almeno 200 pagine che parlano d’amore, Tenebra e morte.

Per supportarvi durante queste letture, che consigliamo di leggere che conosciate o meno il Terzo Orizzonte, vi forniamo un paio di approfondimenti che vi saranno graditi.

I LUMIGLOBI

Chiamati anche globi di luce o globi di zucchero, sono una biotecnologia molto interessante. Si tratta di tecnologie aliene che i precursori (coloro che giunsero una decina di secoli fa dal Secondo e dal primo Orizzonte – la Terra) trovarono fra le rovine di quella civiltà aliena che era fiorita e caduta molti secoli prima del loro arrivo. Se ne trovano di varie dimensioni, in genere sono grandi quanto un pugno, e i più grandi sono i più rari – arrivando anche a costare diverse centinaia di birr.

Essenzialmente sono delle luci. Si tratta di globi generalmente neri quando sono quiescenti, che assumono varie colorazioni una volta accesi, probabilmente mai concepiti dai loro creatori in forma di luci ma di ‘qualcos’altro’ (ai GM resta la possibilità di crearne una trama che li riguardi) che hanno un materiale o un liquido che si agita al loro interno ed è il liquido, unitamente alla struttura della quale sono fatti, a conferire loro il potere luminoso. Non è possibile riprodurre nè il liquido nè la loro struttura e sono stati abbastanza solidi da arrivare intatti fino al presente ma è possibile che si frantumino se maneggiati incautamente. Se ne trovano in grande quantità ovunque nelle antiche strutture – le reliquie dei costruttori di portali sparse per tutto l’Orizzonte. I globi più grandi e rari – quelli di colore rosso – arrivano su Coriolis a costare anche 500 birr, mentre uno stesso potrebbe essere acquistato dai Sogoi delle paludi a 25 birr.

Come funzionano e perchè sono così usati, e ricercati?

I globi emettono una considerevole illuminazione. In genere ne bastano un paio per illuminare un ambiente. Una volta attivati, non si spengono finchè non finiscono l’energia e quell’energia è data da qualunque sostanza zuccherina riusciate a trovare. Dalle gallette dolci al miele, per intenderci. Hanno dunque luce costante a bassissimo costo, con un’emissione di calore pari a zero, e dunque sono molto ricercati per tutto l’Orizzonte.

Grazie a questa particolarità, per caricarli spesso si usano degli sciroppi colorati che li rendomo profumatissimi e bellissimi da vedere e gli sono valsi il nome comune di Globi di Zucchero.

Quando inizia la veglia notturna e l’olocielo sulla piazza di rabbuia, si accendono le lanterne, i globi di zucchero vengono tuffati in vasi di sciroppo colorato…

DROGHE E SOSTANZE DI LARGO CONSUMO

ARRASH
Simile al lattice del papavero da oppio molto probabilmente, l’arrash si fuma in genere con uno hookah (narghilé) o si aggiunge al cosiddetto vino dei sogni. L’arrash si può mangiare direttamente, sotto forma di coriacei pezzetti compressi, ma è considerato un segno di grave dipendenza. Il consumatore diventa calmo e torpido (-1 a tutte le prove di abilità). Si tratta di un forte stimolante con proprietà antidolorifiche.

OPOR
Se l’arrash è una produzione naturale, la sostanza prodotta in modo sintetico è più forte e dà maggiore dipendenza. Si chiama opor. Di solito si fuma in lunghe pipe, oppure si brucia su un piatto e il fumo viene inalato restando sotto uno straccio. Può anche essere iniettato. Manda parecchio su di giri il consumatore e gli dà -2 a tutte le  prove di abilità.

TABAK
Uno stimolante leggero dal sapore dolce. Viene arrotolato, asciugato e pestato per poterlo fumare in un narghilé. A volte si aggiungono oli essenziali per arricchirne l’aroma. In certe parti dell’Orizzonte viene asciugato, arrotolato e fumato direttamente, oppure si usa per fare un tè amaro e calmante.

KAMBRA
Non è molto comune sulla stazione, anche se è comunque nell’Orizzonte. Si tratta di una droga che induce uno stato di euforia, rendendo il consumatore carismatico e felice (+1 a persuasione) per qualche ora, seguito da una giornataccia di postumi. Il consumatore subisce 2 stress per utilizzo.

IL BAR CANTINA DA WAHIB

Molti sono i bar cantina sia su Coriolis che in tutto l’Orizzonte. In genere hanno dei nomi che indicano il proprietario originale e qualche volta il locale si tramanda di generazione mantenendo il nome originale, una sorta di monumento al suo ideatore. In genere la gente si riferisce al locale semplicemente con il nome (omettendo il ‘Da’).

Nei bar cantina andate a sorgeggiare liquori e tè, il tutto con la possibilità di fumare narghilè e gustare dolcetti o piatti veloci, mentre chiacchierate e vi rilassate con gli amici guardando le ultime notizie sul modulatore – magari non l’ultimo modello – che vi ripropone in tre dimensioni i commentatori e i loro ospiti, e voi vi sdraiate sui cuscini ai bassi tavolini sul pavimento forse in attesa di poter parlare di qualche affare con il mercante al quale avete dato appuntamento.

Probabilmente il bar più noto di Coriolis è Da Wahib (pag. 357 manuale base). Di foggia molto orientale, il suo proprietario accoglie gli ospiti di persona dietro il bar, dove tiene, in una grande gabbia appesa alla volta, il suo pappagallo biomodellato:

Wahib stava pulendo i bicchieri dietro il bancone, raggrinzito e disseccato come la mummia di un Precursore di Dabaran. Meno le preziose offerte mortuarie ovviamente. Non c’era nulla di sfarzoso dentro Wahib o addosso a Wahib, né, d’altra parte, costoso in confronto con altri locali sulla Passeggiata di Coriolis. Con la sua voce rauca, Wahib ordinò al modulatore di calibrarsi e alzare il volume.

Dopo mezzanotte, da Wahib l’odore della cucina lascia il posto al fumo di arrash e alla musica d’ambiente.

I DRACONITI, FAZIONE DEI PRECURSORI

Trovate le informazioni utili a pagina 202 del Manuale Base. Si tratta di una fazione che ha origine dai Precursori ed è particolarmente temuta nel Terzo orizzonte.

Quando la Zenith arrivò nell’Orizzonte e giunse a Kua, trovò che l’Orizzonte era già colonizzato e scoprì che le sue direttive non erano più facilmente applicabili. L’equipaggio discuteva su come agire con i suoi coloni in stasi da così tanti secoli. La direttiva di colonizzazione non sembrava più avere ragione di esistere e l’equipaggio si ostinava a mantenere i coloni in stasi mentre discuteva sul futuro. La famiglia dei capitani, i Quassar, proponeva di proseguire nella missione a dispetto della situazione trovata, mentre altri, guidati dal clan Yriedes, sostenevano invece che ognuno avrebbe dovuto essere lasciato libero di decidere per sé; le direttive, dicevano, erano state superate dagli eventi, e pertanto il contratto era nullo.

Una terza fazione nell’equipaggio perse la pazienza mentre le discussioni si trascinavano e risvegliò, di sua iniziativa, i coloni dalla stasi. Vennero chiamati ‘traditori’ e ‘draconiti’, e abbandonarono la nave nello scompiglio che seguì il risveglio, scomparendo nell’Orizzonte.

I Draconiti ricomparvero in occasione della vicenda del Sacrificio di Nazareem. Il Sacrificio era una fazione di grande potere strutturata come un culto, fino a che non venne spazzata via in un singolo colpo devastante e cancellata dagli annali dell’Orizzonte. Non si sa molto di questa fazione dei Precursori, a parte che vennero cacciati senza quartiere dai loro fratelli e sorelle dell’Ordine dei Paria e proprio dai Draconiti, con l’aiuto delle altre fazioni dei Precursori e della Legione. In quell’occasione i Draconiti mostrarono una potenza tattica impressionante, e sfoggiarono tecniche e armi avanzatissime, e di tecnologia da Precursori, per le quali sono temutissimi anche oggi. Le loro armi mesoniche sono terribili e anche l’Icona che venerano (ne venerano solo una) lo è: la Carnefice (l’incarnazione della Signora delle Lacrime).

GLI SKAVARA

Gli Skavara sono una delle razze autoctone dell’Orizzonte. Simili ai tassi o alle iene della vecchia Ardha (la dimenticata Earth, Terra), sono creature che hanno però sviluppato una loro cultura e una lingua primitiva. Amano recuperare tutto ciò che luccica e rubacchiare ogni cosa, si vestono e si adornano di ninnoli e abiti di vario genere, e popolano i bassifondi della stazione di Coriolis, oltre a prosperare in qualunque ambiente dove abbondano i rifiuti da esplorare e saccheggiare. Sono pericolosi in branco, sotto la loro apparente tranquillità, se vengono provocati o spaventati – o semplicemente disturbati, in alcune circostanze. Però ci si possono fare anche buoni affari. Non si riescono ad addestrare, sembra. Su Amedo, il loro pianeta di origine, se ne trovano liberi, in gran numero e sul pianeta scorrazzano per un intero continente in grandi clan e branchi.

Ci sono delle voci che riguardano gli skavara dell’Antro:

Si vocifera che qui vivano solo i miserabili e i semi-intelligenti che si sono dati alla fuga, prevalentemente skavara mangiacarogne

MODI DI DIRE

“Aringa rossa”

Nei paesi di cultura nordica e anglosassone, quando si usa una logica apparentemente lampante ma in verità fallace, nel tentativo intenzionale di confondere o distrarre l’interlocutore, si è soliti chiamarla red herring (“aringa rossa”). L’espressione deriva dall’usanza di salare e affumicare le aringhe (che con questo trattamento diventano rosso-brunastre) per conservarle a lungo. Durante le campagne di caccia le aringhe affumicate distraevano i cani dalla traccia e potevano essere usate dai cacciatori per sviare su false piste i cani dei cacciatori concorrenti.

“ne?”

Su Coriolis in genere gli autoctoni tendono a terminare le frasi con questa parola. Non ha un reale significato (forse si può avvicinare a ‘nevvero’) ma qualifica chi risiede sulla stazione da molto tempo o ha una familiarità con i modi locali.

“Bene Daniyah, ti procuriamo un tag anziché i documenti, deposita le armi che stai trasportando qui al porto e andiamo sulla Passeggiata. Io ho fame e anche tu stai morendo di fame, ne?”

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