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MOUSE GUARD – LA GUARDIA DEI TOPI CHRONICLES: Scenario

Siamo lieti di annunciare che il fantastico Mouse Guard – La Guardia dei Topi è disponibile in un’esclusiva WEB EDITION!

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Intanto, diamo il benvenuto ai ragazzi di Tana Sicura, nella persona dell’ideatore del gruppo Giacomo Querci, il quale ha realizzato un’avventura che ha presentato a Modena Play in una sessione speciale.

E, per introdurvi alle atmosfere dell’avventura, ecco a voi l’antefatto che vi catapulterà direttamente nei Territori protetti dalla Guardia dei Topi!

SCENARIO AMBIENTATO 5 INVERNI DOPO
LE CRONACHE DI MOUSE GUARD

Inverno 1157

È freddo e il respiro affannoso crea grosse nuvole di vapore che quasi annebbia la vista. Il cuore batte forte come un tamburo e le narici sono piene di un odore che non andrà via facilmente dalla mente come dalla bocca. È un odore antico e che ormai si credeva solo un ricordo di un passato non molto lontano, che bussa alla memoria, riportandoci ad inverni spesi intorno ad un fuoco nell’unica convinzione che le sole preoccupazioni fossero stipare le granaglie e liberare i sentieri dal mutare costante della natura.

Ma oggi no, oggi è un giorno di battaglia e l’odore di cui l’aria è satura è l’odore dell’antica paura. È l’odore del sangue dei compagni versato sulla neve in questa fredda alba d’inverno. Un giovane Zampa Tenera sta ripulendo con una foglia la lama della sua spada dal sangue rappreso dal gelo. Osserva dall’alto il teatro della devastazione intorno a lui e, anche se il cuore non accenna a calmarsi, una lacrima gli scende lungo il muso. Scivola giù, mischiandosi con il sangue sul suo pelo, e continua la sua corsa inarrestabile mutando di colore come la scia di una cometa d’un rosso purpureo. Lui lo segue con lo sguardo di chi si chiede il perché sia sopravvissuto a tanta ferocia, fino a quando quella scia, che da lacrima si è trasformata in un rigolo scarlatto, arriva fino a terra mischiandosi in un mare di altro sangue.

Quando una settimana prima si era sparsa voce nel regno che un piccolo gruppo di donnole aveva varcato i confini del fiuto infrangendo la tregua, nessuno ci aveva creduto. Ma quando le nuove colonie dei Territori oltre il confine erano state attaccate, i profughi cominciarono ad arrivare. A centinaia. Molti morivano per strada in preda ad una strana febbre e i topi superstiti si tenevano inspiegabilmente lontano dalle città, bivaccando, nonostante il freddo, nelle campagne e cibandosi di quel poco che potevano trovare sotto la neve. Alcune guardie pattugliartici riportarono di averli visti cibarsi dei cadaveri dei loro compagni morti lungo la strada. Altre riferirono che, incontrandone alcuni nel pieno delirio della febbre, se facevano anche solo un tentativo di aiutarli i coloni diventavano inspiegabilmente ostili. Altri ancora, incontrati in punto di morte, con le loro ultime forze raccontavano strane storie di creature con gli occhi che sanguinano e che avevano distrutto le loro case.

[…]Fu per questo che, nonostante l’inverno, noi fummo inviati a Nord.

Durante la marcia molti guerrieri provenienti dalle altre città dei Territori si unirono a noi e il nostro numero cresceva di giorno in giorno. Eravamo circa 200 quando arrivammo vicino al confine. La neve aveva ricoperto qualsiasi traccia e non trovammo nessuno dei coloni che ci potesse indicare dove dirigerci, così, forti del nostro numero, ci separammo in 2 gruppi e ci muovemmo lungo il confine in direzioni opposte verso le colonie distrutte. Non so quale sia stata la sorte dell’altro gruppo, ma noi, dopo un giorno di marcia, ci accampammo non lontano da dove ora mi trovo.

Nella notte sentimmo strani rumori e il giorno dopo, all’alba, trovammo le inconfondibili tracce di 2 donnole che risalivano la collina. Scoprimmo, con rammarico, che uno dei nostri esploratori era scomparso durante l’ultimo turno di guardia. Ne seguimmo le tracce fino all’imboccatura di una tana e lì trovammo i suoi resti. Mentre, compatti, avanzavamo verso l’ingresso, una delle due donnole annidate in agguato sbucò da sotto la neve scoprendo un’altra apertura nascosta alla nostra vista e falciò con artigli e morsi la nostra retroguardia colta di sprovvista. Subito dopo l’altra donnola fu su di noi. Mi affrettai a tornare indietro, uscendo dalla tana per prestare soccorso e anch’io la vidi: aveva gli occhi iniettati di sangue e si avventò incurante degli affondi delle nostre lance.

Disposti su due fronti ricompattammo i ranghi più e più volte ma, più affondavamo colpi, più loro sembravano rifiutarsi di cedere. Edegar, il nostro capitano, usci dalla formazione e riuscì ad infilzare con la sua lancia una delle belve in un occhio, ma in un attimo la nostra gioia si tramutò in dolore nel vedere la donnola, che quasi incurante della ferita ricevuta, azzannava il nostro capitano al collo.

Da quel momento in poi ho solo ricordi confusi. Infatti, molti miei compagni, presi dallo smarrimento per la perdita di Edegar, ruppero i ranghi travolti dall’istinto di darsi alla fuga e anch’io feci fatica nel domare la mia stessa natura. Tornai in me quando sentii Noelan, una delle guardie pattugliatrici più anziane, ordinarci di metter mano alle spade e mi ricordo di aver visto appena il gruppo aprirsi per accerchiare il nemico, quelle due belve ricoperte di sangue ma ancora combattive, che quasi avevano sembianze di porcospino a causa delle nostre lance infilzate nei loro corpi. Molti altri miei compagni caddero prima che il nemico esausto crollasse a terra quasi come se la sua forza vitale svanisse di colpo. Un attimo prima sembravano sul punto di sbranarci e un attimo dopo avevano esalato il loro ultimo respiro.

Racconto di Andil Zampa Tenera, riportato nel rapporto ufficiale.

Andil fu il solo sopravvissuto. Si riprese, appena terminato il clamore della battaglia, e sollevando lo sguardo si vide attorniato da un cumulo di corpi: erano tutti i suoi compagni straziati e feriti. Andil non era spaventato dal sangue o dalla paura della morte tutto intorno a lui, ma da qualcosa di più sinistro. In fondo al suo cuore di topo si era fatta strada una vera paura, la sensazione di una minaccia sinistra per la sopravvivenza della sua specie. Infatti, prima delle notizie delle incursioni delle donnole, mesi prima dell’inverno, aveva partecipato alla scorta di alcuni carri fino alle città sulla costa. Aveva sentito voci a cui nessuno aveva dato credito. In particolare un suo incontro in una locanda di Acquascura con un marinaio lo aveva particolarmente turbato. Anche se da sempre era convinzione comune che le voci al di là del mare correvano e mutavano di topo in topo, ingigantendosi e trasformandosi come quei racconti che passavano di locanda in locanda, il marinaio, nonostante la sbornia, sosteneva con fermezza la sua teoria che il male (o come a volte lo chiamava la piaga) presto sarebbe arrivato ai confini dei Territori.

Quando Andil Zampa Tenera era tornato a Tana Sicura parlando dell’incontro al suo mentore, lui gli aveva mostrato un libro molto antico. Nel libro non c’erano parole perché a quel tempo i topi non avevano ancora sviluppato la scrittura, ma solo tetre rappresentazioni. Ed ecco, Andil ora provava un brivido dalla schiena fino alla coda, non per tutta quella morte e tutto quel sangue che lo circondavano, ma per quello che doveva ancora venire. Prima di rinfoderare la spada e prestare soccorso ai suoi compagni Andil scrutò l’orizzonte e con la voce strozzata mormorò :” Matriarca aiutaci! La Rabbia è su di noi”.

© 2015 ARCHAIA. Mouse Guard e il suo logo sono trademarks di ARCHAIA. Tutti i personaggi di Mouse Guard – La Guardia dei Topi e relativi nomi, storie, tratti distintivi e caratteristiche, sono trademarks di ARCHAIA. Edizione italiana © 2017 WMS Publishing sas. Wyrd Edizioni è un TM 2017 WMS Publishing sas. Tutti i diritti riservati. Qualsiasi riproduzione o traduzione anche parziale, se non autorizzata, è severamente vietata.

 

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